Balena

 
 
balena
 
 

Questo è il mio mare, il mio mondo che sol di sogni vive: è il più bel mare del mondo.
Milva

 

L’episodio letterario contenuto nell’Antico Testamento  che ha ispirato generazioni di artisti parla di “un grande pesce” (solo in seguito Matteo- 12:40 – scriverà balena) che inghiotte il devoto e lo tiene nel ventre per  tre giorni e tre notti. Solo dopo un’intensa preghiera il nostro, dietro comando divino, viene vomitato sulla spiaggia da dove potrà  ottemperare alla sua missione di predicatore. Il devoto non è altro che Giona. Seguiti letterari ci parleranno di Astolfo nell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto capitato nel ventre di una balena, vedremo il protagonista de Le avventure del barone Munchhausen di Rudolf Erich Raspe vantarsi di essere stato ingoiato da un pesce e salvato dai pescatori, fino al domestico ma internazionale Collodi dove Geppetto e Pinocchio allestiranno una confortevole casetta nelle viscere del mammifero. Secondo la mitologia Maori invece, la balena è considerata uno spirito guardiano che veglia sulla popolazione quando è in mare, ma nel piccolo territorio di Whangara nasce la leggenda di Paikea, il cavalcatore di balene  arrivato a terra sul dorso dell’animale dando origine nei secoli a una discendenza che dura  fino ai giorni nostri. Questo breve excursus mi è servito per trovare un appiglio se non altro letterario per la nascita di una passione: quella di Andrea Collesano per le balene e per il mondo sommerso. Se  paragono  il nostro con il biblico Giona o il leggendario Maori Paikea mi salta subito all’occhio una sostanziale differenza. Fosse stato nei loro panni Collesano avrebbe fatto di sicuro il percorso inverso. Sarebbe fuggito da un qualsiasi lido per rifugiarsi finalmente sul dorso dell’amato/a traversando tutti gli oceani e casomai in una fredda giornata d’inverno scaldarsi nel bel ventre caldo e spazioso della grande madre. Dico questo perché osservando i lavori di questa ultima  collezione, Le Balene appunto, riesce difficile interpretare chi è creatura di chi. Sono figure uscite dal mondo nascosto dell’artista o siamo noi che guardandole percepiamo vagamente di non appartenere a questa terra calpestata e  ci sentiamo trasportati in un universo sospeso dove

i  giganti marini sono i padroni dell’aria e ci guardano perplessi ma benevoli? Sono mondi capovolti dove la dolcezza di queste creature che viaggiano nell’aria ci lascia sospesi. Sospesi e inquieti. Indecisi se lasciarsi trasportare dal surreale e sedersi calmi in riva al faro godendosi il passaggio delle balene aeree come da bambini quando cercavamo-e trovavamo – ogni sorta di reale nelle bizzarre forme delle nubi instabili. O sperare che i maestosi mammiferi possano essere clementi con la nostra miseria umana e possano perdonare(?) lo strazio, il sangue, il martirio che abbiamo fatto dei loro antenati.
Mi sono sempre chiesto cosa nasconda questa apparente calma- immobile- che regna nei disegni di Collesano. Non può essere semplicemente un mondo di fiaba. Non lo è. In questa realtà  parallela viaggiano insieme incubi, inquietudini, baci, carezze, messaggi, chiavi filosofiche. E’ una ricerca. La balena Collesano lascia i mari conosciuti per un altro viaggio, bellissimo ma ignoto, alla ricerca dell’isola che non c’è. La ricerca spasmodica di un amore perduto, di un abbandono traumatico, violento e inaspettato. Di un amore replicato, di un ideale perfetto di pace. La balena Collesano è  madre. Lascia il noto per ritrovare l’ignoto conosciuto. Dovrà trovarlo prima o poi in qualche spiaggia isolata. Sarà in un lido illuminato da un faro. Tra i flutti. Qualche aragosta ammiccherà insolente e maliziosa . Un cuore pulsante scandirà il momento. La balena ascolterà il suo canto. Ecco. Era lì. Dove era sempre stato. L’amore del padre.
A noi non resta che sperare che il lungo viaggio della balena non termini ancora per molto tempo. Potremo così continuare a guardare le loro peripezie. Partecipi. Alla perenne ricerca-anche noi-di quello che manca perché  c’è. Di quello che non c’è perché non troviamo la chiave. Anche noi con la nostra preghiera. Anche noi sul dorso della libertà. Anche noi che ingoiamo e veniamo ingoiati quotidianamente. Anche noi alla ricerca di un riscatto. Anche noi col nostro mare nel cassetto. Nel mare più bello che c’è.

Guglielmo Menconi